Diario di viaggio – India 2012

VIAGGIO IN INDIA.

NAMASTE – saluto tipico indiano che significa “mi inchino alle qualità che sono in te”, così come noi ci inchiniamo ai popoli di questo Paese, che seppur non hanno niente e vivono in villaggi dove non c’è elettricità e nessuna forma di sviluppo, sono contenti e vivono con serenità la loro semplice vita.

Un popolo molto ospitale che ti accoglie con solarità, con al collo una ghirlanda di fiori e un cerchietto rosso sulla fronte segno di fortuna.
Attraverso questo viaggio abbiamo imparato che sono molto religiosi, venerano e pregano 33 milioni di Dei, considerano la mucca un animale sacro e viene trattata meglio di un essere umano in quanto sono convinti che in essa si siano re-incarnati tutti i 33 milioni di Dei.
In India abbiamo visto ogni forma di mezzo di trasporto, dagli autobus distinti da quelli con aria condizionata a quelli senza, quest’ultimi più economici e più affollati, le porte erano sempre aperte e carichi all’inverosimile; dai carretti carichi di merce, ai risciò, alle biciclette sempre con a seguito un carretto, ai TUC-TUC, particolari taxi indiani che sfrecciavano per le vie della città schivando tutto e tutti passando tra viette piccole e strette che a mala pena si passava, generalmente formati da 3 posti anche se in realtà, molto spesso, se ne vedevano 10 all’interno!!!, moto con 5 persone a volte anche senza casco, insomma un Paese libero, e senza regole, liberi di muoversi e vivere la loro vita, che, seppur nella sovra-popolazione, frenesia e caos, per le strade c’è posto per tutti e con la loro calma arrivano sempre a destinazione; come dicono gli indiani: “SE RIESCI A GUIDARE IN INDIA, PUOI GUIDARE OVUNQUE”!!!
India non è solo sovra-popolazione e popoli sotto sviluppati, ma è anche meraviglia per i suoi innumerevoli monumenti, uno tra i primi è il favoloso TAJ MAHAL, dove ci siamo emozionati alla vista di questo capolavoro respirando e assaporando l’amore tra l’imperatore Shah Jahan per l’amata Muntaz Mahal che si capta non appena di varca la soglia d’entrata; così come non ci si può dimenticare dell’Hotel Pushkar Palace, immerso nella ricca vegetazione profumata di banani e fiori con vista sul lago sacro con le scimmie a farne da padrone di casa.
In questo luogo di santoni e di preghiere, ci siamo dedicati e rilassati con un massaggio ayurvedico, culla della più ampia scienza medica della vita indiana!!!
In questo Paese ci siamo divertiti a percorrere le affollate strade con i TUC-TUC, a dorso di Elefanti dalle proboscidi colorate, abbiamo sognato alla vista di monumenti come la fortezza a Jodhpur, il forte Amber a Jaipur e il Forte Rosso di Agra e ci siamo emozionati a Varanasi, lungo le rive del Gange dove abbiamo assistito alla cremazione dei defunti parenti.
Questo non è stato solo un viaggio alla conoscenza dell’India, ma anche un viaggio di “speranza”, tutto iniziato da un volo cancellato a Venezia rischiando di non arrivare mai a destinazione, poi per una serie fortuita o grazie a Dio Ganeischa (Dio della fortuna indiana), siamo riusciti a compiere il nostro viaggio, dettato da una serie di intoppi quali: valigie perdute, influenza e dissenteria e non poteva che non mancare puntura d’insetto….insomma non ci siamo fatti mancare niente, d’altronde: “In India tutto può succedere!!!!”
Molte cose ci sarebbero ancora da raccontare ma è difficile poter mettere tutto nero su bianco, solo andandoci e vivendo a contatto si possono catturare tutte le meraviglie che questo Paese e il suo Popolo ha da offrire.
L’India ha catturato il mio cuore e una parte del mio cuore e rimasta in India, certa un giorno ritornarci!!!
Ringrazio Gianni, il capogita, per avermi permesso di vivere questa meravigliosa esperienza e a tutti i compagni di avventura che hanno condiviso con me gioie e divertimento e grandi emozioni!!!!

Gloria Portello